Quale attualità per Marx? Una domanda non inedita, ma da sempre
pronta, però, a ridefinire il campo problematico. L’attualità di una
proposta teorica e politica, infatti, non può essere disgiunta da chi la
indaga, da chi la mette in tensione. Propriamente attuale è ciò che
viene messo alla verifica del presente, da un soggetto attivo nel
presente. O ancora, meglio, solo la presa in carico del presente rende
possibile l’attualità di un pensiero e di una pratica
politica. Esattamente secondo questo spirito si articolano gli
interventi del seminario marxiano che trova esito editoriale in questo
libro. Dodici relazioni su altrettante categorie del pensiero marxiano,
categorie messe alla prova delle trasformazioni politiche, economiche e
sociali del presente. Quale attualità per il pensiero marxiano
nell’epoca del General intellect, della globalizzazione e dei movimenti
alterglobalisti? Funziona ancora la bussola teorica del filosofo di
Treviri di fronte alle scosse telluriche che hanno investito l’ultima
parte del novecento e l’apertura di millennio? Le figure più
significative dell’operaismo italiano e del dibattito teorico marxista
hanno provato a rispondere a queste domande, interrogando direttamente i
testi e nello stesso tempo piegandoli sul presente.
jueves, 4 de octubre de 2012
sábado, 25 de agosto de 2012
Marx e Gramsci. Memoria e attualità - AA. VV (a cura di Giuseppe Petronio e Marina Paladini Musitelli)
Questo libro è la riproduzione degli atti di un convegno tenutosi nel
marzo del 1999 a Trieste sul problema del nesso che lega la riflessione
teorica di Gramsci con quella di Marx. Un tema, come avvertono i
curatori, non proprio all'ordine del giorno nel dibattito filosofico
contemporaneo e che pure dovrebbe suscitare benpiù di un cursorio
interesse. Ciò perché, come spiega bene in apertura Giuseppe Petronio,
Gramsci è forse una delle figure di pensatore più esemplari nello sforzo
di misurarsi con le notevoli trasformazioni economico-sociali,
politiche, culturali intervenute nel suo tempo, la prima metà del
Novecento, mantenendo al contempo un rapporto vivo e fecondo con i
grandi teorici della modernità, come Machiavelli e Marx. Stesso compito,
suggerisce Petronio, si dovrebbe eseguire oggi, entro un contesto di
nuovo attraversato da profonde innovazioni economiche e politiche. In
questo senso, la lezione di Gramsci dovrebbe acquistare rinnovata
validità.
viernes, 15 de junio de 2012
Kafka. Pro e contro - Günther Anders
Fin dal primo nucleo di questo libro, la conferenza Teologia senza Dio
che Anders tenne da esule a Parigi nel 1934, la maggiore preoccupazione
dell’autore è di mettere in guardia davanti al fenomeno Kafka,
presentendo che questi (sconosciuto a tutti i convenuti, tranne Walter
Benjamin e Hannah Arendt) era destinato a divenire uno dei paradigmi
della letteratura e dell’immaginario del Novecento, e che quindi sarebbe
ben presto sfuggito alla ridotta gittata delle armi tradizionali della
critica letteraria. E in effetti, già alla sua uscita nel 1951, Kafka. Pro e contro
appare come un atto di lesa maestà, e lo stesso Max Brod, responsabile
materiale della trasmissione ai posteri di buona parte dell’opera
kafkiana, lo critica aspramente, provocando una polemica che qui per la
prima volta è accessibile al lettore italiano.
Anders è consapevole dell’incriticabilità del suo obiettivo: «Già Kierkegaard ha formulato in modo definitivo che la domanda: “Cosa è inderogabile in uno scrittore?” sembra essere scorretta, contro la pienezza del talento o della genialità. Ebbene appare scorretta perché è seria. Nel mio saggio, mi sono addossato l’onta di questa scorrettezza…» E per Anders, ad esempio, inderogabile è combattere alcuni germi disseminati nell’opera kafkiana, che aprono la strada a letture estetizzanti o pseudoreligiose e a volte persino legittimano, consapevolmente o no, la sorte del popolo ebraico nel secolo passato.
Sta al lettore odierno giudicare se il vigore polemico di Anders – che tra l’altro si mostra in grado di profondersi in analisi di una raffinatezza esemplare – colga o meno nel segno. La prospettiva «scorretta» e politica di questo scritto, oltre ad aiutarci a ripensare i compiti ormai annacquati della critica, manterrà comunque il merito di farci riconsiderare quelle lacerazioni risalenti all’età dei totalitarismi che a volte ci si illude siano sanate.
lunes, 7 de mayo de 2012
La natura del potere - Luciano Canfora
"Qualcosa non ha funzionato. Il suffragio universale, alla fine
conquistato (dove prima, dove poi, in Italia dopo quasi tutti) ha più e
più volte deluso chi lo aveva propugnato, ha mancato i previsti effetti.
Le urne sono divenute lo strumento di legittimazione di equilibri, di
ceti, di personale politico quasi immutabile, non importa quanto
diversificato e come diviso al proprio interno. E se il vero potere
fosse altrove? Di questo, caro lettore, vorremmo discorrere nelle pagine
che seguono." Canfora instilla più di un dubbio sui travestimenti del
potere: un dominio di pochi - anche quando sembra essere di uno solo -
che però non sussiste se non sa creare consenso, restando, beninteso, a
tutti gli effetti dominio...
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miércoles, 2 de mayo de 2012
Sulla paura. Fragilità, aggressività, potere - Danilo Zolo
La paura è senza dubbio la molla fondamentale del comportamento umano,
sia individuale sia collettivo. L’uomo è, a differenza degli animali,
l’essere più esposto a rischi mortali e il meno capace di difendersi. Si
trova in condizione di costante insicurezza. La paura genera perciò
l’aggressività umana, che a sua volta scatena la paura degli aggrediti.
Da tutto ciò si evince che l’uomo non è un essere totalmente razionale.
Anzi, si può dire che la paura e l’angoscia, che caratterizzano la vita
dell’uomo, sono principalmente di carattere emotivo. Quanto più
l’insicurezza e la paura dominano i comportamenti, tanto meno la sfera
razionale è capace di dominare e tenere sotto controllo la «rovinosa
energia» della paura. Quello che manca in questo saggio, pur importante, è la trattazione della dimensione religiosa,
in particolare quella cristiana, valorizzando l’unico pensiero capace
di sterilizzare il veleno della paura e di sbarrare il passo alle
pulsioni distruttive in nome della non violenza e dell’amore. (Sandro Bondi)
sábado, 14 de abril de 2012
Raccolta di opere - Amadeo Bordiga
Amadeo Bordiga (Ercolano, 13 giugno 1889 – Formia, 23 luglio
1970) è stato un politico, rivoluzionario comunista italiano. Fu a capo
della principale corrente (quella degli astensionisti del PSI)
che portò alla fondazione del Partito Comunista d'Italia dopo la
scissione avvenuta al Congresso di Livorno del PSI nel 1921. Da
militante rivoluzionario, lottò apertamente contro l'involuzione
stalinista della Terza Internazionale e lottò, fino ai suoi ultimi
giorni, "contro le degenerazioni del movimento rivoluzionario mondiale", per un partito che fosse sempre perfettamente coerente con la dottrina marxista. [WIKIPEDIA]
sábado, 3 de marzo de 2012
Lo spazio politico dell'anarchia - Eduardo Colombo
L'anarchia è una figura, un principio organizzativo, una
rappresentazione del politico, il paradigma di una società
non-gerarchica. Lo Stato è un principio differente e opposto, il
paradigma dell'espropriazione del potere da parte di una élite. Lo
spazio pubplico in cui gli esseri umani possono riconoscersi liberi e
uguali è costruzione storica, lunga e incompiuta. Come ogni istituzione
esso dipende dal loro volere e dal loro agire ed è dunque intimamente
legato alle conquiste dello spirito critico e alla desacralizzazione del
mondo. Né la natura né la divinità hanno dato la libertà all'essere
umano. Se l'è data da sé, l'ha conquistata giorno dopo giorno in una
lotta dura e interminabile contro i poteri grandi e piccoli. E anche
contro se stesso....
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